Gli orologi segnano sempre le 10 e 10!

Vi siete mai accorti che nelle pubblicità di orologi è massicciamente ritratto questo strumento di misurazione con le lancette posizionate sulle 10 e 10? è una coincidenza? Oppure una consuetudine? Sarà l’ora della fine del mondo?
E’ una convenzione chiamata da Argenton delle “dieci e dieci circa” che, nel mondo della pubblicità di orologi, si è inizialmente diffusa e successivamente imposta in modo implicito. Non è influenzata affatto nè dalla forma dell’orologio (tondo, rettangolare, ellittica ecc) nè dalla sua posizione frontale, di scorcio, rivolto verso il basso ecc.

Costruiamo il senso La numerosa quantita di orologi che presentano questo schema trova giustificazione, semplicemente, nella presenza sul quadrante dell’orologio, tra le due lancette di lunette, finestre e scritte che indicano il brand del prodotto. In alcuni casi, per ovviare talune sovrapposizioni con il brand, si modifica la posizione con quella della 8 e 20 oppure delle 3 e 40.

Perchè non utilizzare uno schema circa 9 e 30? Schema che vede l’utilizzo di angoli di 90° oppure di 180°? La risposta si chiama principio della dinamica dell’obliquità, è quello che i pubblicitari vogliono svelare per persuadere il cliente. Si basa sulla concezione della posizione obliqua degli assi come modello efficacie per rendere la dinamicità. Infatti, nella realtà, tutto è dinamico: nessuno vorrebbe un orologio che fermi il tempo!?!?

L’apertura angolare delle lancette che segnano le dieci e dieci può variare dai 120° ai 90° presenta un assetto quasi simmetrico, cioè una simmetria squilibrata, dato derivante sia dalla diversa lunghezza delle due lancette, sia dalla posizione di quella dei minuti non sempre esattamente sul due.

Infine, l’orientamento in su delle lancette rende maggiore espressività al prodotto che, altrimenti, verrebbe percepito in tono minore quando le lancette sono rivolte verso il basso!

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P.s. Anche per Churchill la vittoria è sempre all’insù!

8 thoughts on “Gli orologi segnano sempre le 10 e 10!

  1. Martina ha detto:

    interessantissimo questo post! volevo una delucidazione: chi è Argenton? sto cercando info sulla convenzione “delle 10 e 10 circa” ma non trovo niente. ho bisogno x una ricerca. grazie!

  2. Melissa Caputo ha detto:

    Ciao Martina! Sono contenta che ti si stato utile questo post! Alberto Argenton è uno psicologo esperto di psicologia dell’arte ecco il link: http://www.psicologia.unipd.it/home/personale.php?idalberomaterie=49&idpers=28&idalbero=51&lingua=1

    Se devi fare una ricerca su questo argomento ti consiglio di leggere il suo libro “Arte e espressione: studi e ricerche sulla psicologia dell’arte”; tra le tante ricerche che ci sono riportate a pag. 232 c’è anche quella sugli orologi. Buon lavoro! 🙂

  3. Martina ha detto:

    grazie mille! molto gentile! scusami, ho visto la risposta solo oggi. nel frattempo avevo trovato un certo Alberto Argenton, ma non ero sicura fosse lui… non conoscevo perchè sono una studentessa di architettura e sto svolgendo una ricerca sulla percezione degli oggetti e come la pubblicità trasformi questo in strategie di marketing. in praticolare, cercavo proprio info sugli orologi! perciò siete stati utilissimi!!! grazie tante. se ho ancora bisogno ti scrivo. spero di trovare il libro in biblioteca. ciao ciao

  4. Martina ha detto:

    scusa che ti pongo un’altra domanda: lui ha nominato questa convenzione pubblicitaria. mai sensi che qui riproponi hanno anche altre fonti? (es.principio della dinamica dell’obliquità) sono ipotesi, intuizioni vostre, teoria sua, oppure per scrivere questo articolo ci si è basati anche su altri libri? sapresti dirmi quali, per favore? grazie!

  5. Melissa Caputo ha detto:

    Gentile Martina, l’articolo ha avuto come unica fonte il testo che ti ho consigliato. La convenzione che Argenton ha nominato si basa su alcuni studi basati proprio sul principio della dinamica dell’obliquità. L’obiettivo dei pubblicitari, in questo caso, è persuadere e interessare il cliente attraverso l’orientamento obliquo che rende dinamica una rappresentazione visiva.
    Argenton, nel libro che ti ho indicato, partendo dall’osservazione delle pubblicità ha svolto proprio una ricerca (proponendo ipotesi e risultati) per vericare se anche i pittori, nelle loro opere, hanno raffigurato gli orologi con una precisa posizione delle lancette. Penso che per la tua ricerca il libro che ti ho consigliato calzi a pennello!
    Buon lavoro,

    Melissa

  6. Martina ha detto:

    sei stata molto esauriente! è proprio quello che cercavo! ahimè ho difficoltà a trovare questo libro, purtroppo 😦 intanto grazie mille per la preziosissima segnalazione!!
    buon lavoro a te,
    Martina

  7. Francesco ha detto:

    Salve, se vi interessa, oltre agli studi sul sincronismo e sulla sincronicità, io ho pubblicato da poco il mio primo romanzo dal titolo “Undici”. Disponibile anche solo come estratto gratuito su iBooks oltre ai vari store online e in libreria ovviamente. Grazie

  8. Antonio ha detto:

    Buongiorno, mi chiamo Antonio. Sono molto incuriosito dall’argomento e leggendo l’articolo di Melissa ho cominciato ad avere chiaro le ragioni che spingono alla scelta del “10 e 10”.
    Consiglio a Martina di leggere un libro, “Punto linea superficie” di
    Kandinsky. Non da una risposta al quesito ma fa un’analisi molto interessante delle linee posizionate su di una superfice.

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